Quando mi sono imbarcata in questa benefica, stravagante, impegnativa avventura, ho capito, sforchettando da un piatto di spaghetti cacio e pepe, che per diventare un buon host avrei dovuto inevitabilmente apportare alcuni cambiamenti agli appartamenti di mio padre.
Prima che partisse, ottenni carta bianca da lui, ma un budget ridottissimo, in sostanza avrei dovuto rendere gli ambienti piacevoli e accoglienti con poco o niente.
Ragiono ad alta voce con voi. Non sarà che la soddisfazione dell’ospite passa anche attraverso tre fondamentali aspetti? Funzionalità, confort ed estetica? E non è forse vero che una sistemazione accogliente, veicolata da foto invitanti, porta migliori recensioni, più prenotazioni e più ricavi?
E allora, gambe in spalla, ragazza! Per me valeva, e ancora vale, il concetto “Liberate gli spazi”, che in una casa “AIRBNB” vuol dire “Sbarazzati del superfluo”: meno arredi, soprammobili e cianfrusaglie inutili in giro = meno tempo per sistemare e pulire + meno cose che possono essere sporcate, rotte o danneggiate da ospiti e animali.
Per sedie e poltroncine fu facile: la quantità di mobili e arredi che giace in cantina, solaio e garage dei miei nonni è da disturbo compulsivo-ossessivo da accumulo. Alcune sedie e poltrone erano semplicemente a pezzi, altre ancora in buono stato, in particolare tre poltrone a pozzetto, le mie preferite di sempre.
Fu doppiamente emozionante ritrovare e recuperare, dando loro una nuova vita, quei vecchi monoliti di legno e velluto consunto. Bastò ricinghiarle e rivestirle con materiali robusti e resistenti, inserendo una “seduta” per il numero massimo di ospiti previsto per ogni stanza. Un suggerimento. Ospiti extra o amici in transito? Sedie pieghevoli, da impilare nel ripostiglio o dietro una porta.
Io, per indole e irrequietezza, preferisco le strade non segnate, gli spazi aperti, i campi, il lato selvatico della (sporca) vita. La strada che non so, con tutta la blanda aspettativa dell’inatteso.
Non è forse questa l’intima ragione, la più dannatamente vera, per cui scelsi, non per capriccio, ma con atto consapevole, in quell’autunno del 2009, di ospitare sotto il mio tetto dei perfetti sconosciuti?
Anche riguardo all’estetica, a me piace andare controcorrente, sovvertire le regole: anche se i viaggiatori tendono a privilegiare ambienti e arredi a loro familiari, e magari i revenderissimi interior designer di AIRBNB PLUS vi diranno “Tvemendooo! Che ovvove!”, le sedie attorno al tavolo potrebbero essere diverse le une dalle altre: a casa mia, ad esempio, per un semplice effetto ottico, per le poltroncine mi sono divertita a giocare con tessuti di colori diversi.
Per i divani, considerato il budget limitato a disposizione, scelsi una soluzione facile low cost prendendo spunto dai divani fatti con grandi cuscini trapuntati, impilati uno sull’altro, di “Rochebubois”. Una volta scelti i tessuti da tappezzeria, con sei materassi di recupero di lana ho fatto trapuntare dal mio fidato tappezziere Gino dodici cuscinoni con motivi e colori diversi, che, mescolati e abbinati in maniera diversa, mi consentirono di avere divani coloratissimi sempre “nuovi”.