@Matteo-and-Rachida0
- posto il fatto che se non ritieni sia necessario fare un contratto, é inutile che ti sbatti per farlo: non devi far piacere a nessuno;
- posto anche il fatto che la legislazione che lo prevede esiste, poi se non la conosci é un altro discorso;
- posto che se il contratto lo fai, lo devi fare in lingua italiana perché tu risiedi in Italia e l'alloggio che affitti é in Italia, e i contraenti devono sottostare alla legislazione italiana in caso di controversia...c aso mai può essere opportuno farne una traduzione in inglese, per un atto di cortesia nei confronti dell'ospite... voglio vedere se vai in vacanza in Corea se ti fanno il contratto in italiano! 😮
- posto il fatto che se ritieni "assurdo" far firmare un contratto ad un emerito sconosciuto mentre gli stai dando chiavi e possesso della tua casa, é davvero inutile starne ancora a parlare...
detto questo, ti posto la stessa risposta che ho dato alla domanda analoga in un'altra room (viene fatta tutti i giorni piú volte al giorno, ma nessuno va a cercare risposte giá date)...
Per quanto mi riguarda ribadisco che qualsiasi contratto di locazione, ivi compresi quelli turistici, deve essere scritto, a pena di nullità, anche se dura pochi giorni.
Capisco che la sanzione della nullità del contratto spaventi poco, soprattutto chi affitta per pochi giorni: è davvero difficile immaginare a chi convenga ricorrere in Tribunale per l'accertamento di nullità.
Sempre che tutto proceda bene, senza nessun problema!
Stipulare patti scritti resta infatti caldamente consigliabile per una questione di buon senso.
Possono accadere sinistri (l'incendio dell'immobile, il furto degli arredi), che inevitabilmente farebbero salire a galla l'irregolarità del contratto. Oppure può capitare che l'inquilino continui ad occupare l'immobile oltre il termine pattuito verbalmente, rendendo davvero complicato accertare quale sia questo termine.
Il contratto infatti dovrebbe contenere tutte quelle clausole di salvaguardia (solo come esempio: divieto di subaffitto, divieto di apportare modifiche, rispetto del regolamento condominiale, divieto di accesso alle persone non registrate, ecc. ecc.) molto importanti per il proprietario.
La vedo dura già con il contratto, ma mi immagino presentare a vigili o al giudice la stampa di Airbnb nel caso sorgessero delle controversie.
Inoltre, con il contratto scritto è consigliato comunque firmare un verbale di consegna (o elenco mobili e supellettili).
Detto questo, per concludere, altre due considerazioni:
- non ho idea di come vengano svolti gli accertamenti dell'Agenzia delle Entrate o le eventuali ispezioni di Vigili Comunali o della Guardia di Finanza: io ritengo che avere un contratto debitamente sottoscritto ed una ricevuta, entrambi con tutte le indicazioni del caso (estremi della casa, del conduttore, del locatore, del soggiorno, dei pagamenti, ecc. ecc.) sia la cosa migliore;
- inoltre, non si affitta solo con Airbnb (anche se qui sembra quasi che esista una nuova categoria, "gli airbnb"): ci sono altri portali simili, in italiano o in altre lingue (voglio vedere portare una conferma di prenotazione in russo, se volessi propormi su un portale di quel paese, o giapponese o coreano - se esistono).... e poi si può affittare direttamente, per passa parola, tramite conoscenze. Tutto senza Airbnb. A quel punto cosa fai? E se fai un po' di questo e un po' di quello? Qualche affitto con Airbnb (che fa una sua conferma di prenotazione, fatta in un certo modo), qualche affitto con TripAdvisor (che le fa in modo diverso), qualche affitto diretto... si portano tanti pezzetti di carta diversi, chiedendo all'Agenzia delle Entrate di accettare i vari stampati, capire come funzionano, gli importi a cosa corrispondono esattamente, cosa sono i costi di servizio, ecc. ecc.?
Roberto